giovedì 13 settembre 2012

MISS ( povera) ITALIA







CIAO A TUTTE!!! rieccomi qua...sono tornato e ho portato dalla montagna il maltempo...l'estate sta finendo , e con l'arrivo dell'autunno riprendono tutte le trasmissioni tv più importanti.

Ma di queste parleremo in altre occasioni...ORA VOGLIO INNANZITUTTO RINGRAZIARE DUE RAGAZZE DI QUI...GIOO E MAY ( MAYA). Sono state veramente brave e anche in gamba, in mia assenza , a scrivere nei commenti riportando articoletti di svariegata natura...toccando vari campi, gossip, politica, attualità, cronaca nera, e quant'altro, e senza che avessero nessun tipo di obbligo. Devo essere sincero, i miei postini in home sono necessari per un blog, qualcosina in home ci deve pur essere, ma non sono articoli riportati...colgo degli spunti e poi ci scrivo sopra a modo mio con concetti miei, magari un pò di testa e qualche idea dimostro anche di averla, ma questi postini sono pochi e magari non piacciono a qualcuna, anzi magari non piacciono a molte ( alla fine, sono sempre opinioni mie, che possono anche non interessare, anzi, spesso scrivo solo per piacere mio)....invece Gioo e May scrivono a mitraglia in senso oggettivo e non soggettivo, riportando cosucce che veramente possono interessare tutte, in quanto vere , reali. MERITEREBBERO ENTRAMBE VERAMENTE DI SCRIVERE IN HOME...e io lascerei volentieri spazio a loro se dipendendesse da me....ma io purtroppo non ho la "autorità" per concedere permessi nella home ....SOLO VIKY PUO' FARLO...SPERANDO CHE UN DOMANI O UN DOPODOMANI LEI RIFACCIA LA SUA APPARIZIONE. Cmq, grazie a gioo e may il blog da segni di vita...ovviamente il massimo sarebbe che altre commentassero gli articoletti di gioo e may e dessero opinioni e si aprisse un piccolo e sereno dibattito ( come accadeva ai bei tempi del blog, anche se in molti periodi il dibattito non era proprio sereno, sopratutto quando si parlava di Ale e/o Costa)...ma accontentiamoci....PIUTTOSTO CHE NIENTE , MEGLIO PIUTTOSTO.

Ho postato due foto di GIUSY BUSCEMI, siciliana , 19 anni, 175 cm, nuova miss Italia 2012. A me pare molto carina, sopratutto di viso...e sembra anche abbastanza spigliata nel parlare e nel portamento...ma di ragazze anche più belle ce ne erano parecchie, scartate quasi esclusivamente a causa del televoto, facilmente pilotabile e diventato ormai solo fonte di polemiche. LA COSA PIU' IMPORTANTE PERO' E' CHE LA SMETTANO DI FAR PASSARE LE MISS DEGLI ULTIMI ANNI COME "LE RAGAZZE DELLA PORTA ACCANTO", e che siano capitate a Miss Italia quasi per caso, fra un lavoretto in casa e uno studio universitario . E' una ipocrisia enorme , quasi offensiva per l'intelligenza dello spettatore. Tutte, fin da ragazzine, da anni sognano la coroncina e tutte sognano di entrare nel mondo dello spettacolo, spinte dalle stesse mamme, a volte più agguerrite di loro. Sicuramente in parecchie saranno anche disposte a compromessi, tanto per la cronaca, pare che almeno il 10 per cento si fosse presentato alla finale del concorso col seno ritoccato, nonostante la giovanissima età.

Pensavo che sarebbe divertente scegliere i parlamentari da mandare a Montecitorio con una passerella televisiva simile a quella di miss Italia ....poi li si fa parlare , spiegare , esporre idee e programmi...E POI LI SCELGONO I CITTADINI COL TELEVOTO!!!!

Ma poi mi rendo subito conto che anche qui ci sarebbero brogli , anzi, brogli addirittura terrificanti, e allora meglio lasciar perdere.

Ciao, Roberto










33 commenti:

  1. Ciaoooo,Roby….prego ho fatto quello che mi sentivo…
    Anche per te, perche tu fai tanto per questo bolg!!!!!

    Sono d’accordo per la miss…. carina….
    E sono convinta che le mamme si sentono più…
    Coinvolte delle figlie….

    Dolce,gioo

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  2. AMBASCIATE AMERICANE SOTTO ASSEDIO.
    OBAMA: "PUNIRE I TERRORISTI"

    TAG : libia, attacco, bengasi, ambasciatore, morto


    Giovedì 13 Settembre 2012 - 21:12

    BENGASI - Sotto assedio le ambasciate americane di mezzo mondo in segno di protesta, più o meno pacifica, contro il film su Maometto prodotto negli Stati Uniti e considerato un oltraggio per l'Islam. E dopo il tragico assalto di martedì sera al consolato Usa di Bengasi in cui l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani hanno perso la vita, l'amministrazione Obama corre ai ripari: da un lato cerca di placare gli animi e di non pregiudicare i suoi rapporti con i Paesi musulmani condannando il video, dall'altro decide di rafforzare la propria sicurezza nella regione, spostando due navi da guerra verso le coste libiche, la USS Laboon e la USS McFaul, oltre al rinforzo di 200 marines e l'eventuale uso di droni contro le postazioni terroristiche in Libia.

    «Voglio che il popolo di tutto il mondo di ascolti: a quelli che vogliono colpirci dico, nessun atto terroristico resterà impunito». È quanto ha detto oggi Barack Obama, durante un comizio in Colorado, assicurando che i responsabili della morte dell'ambasciatore Christopher Stevens e di altri tre diplomatici a Bengasi verranno portati di fronte alla giustizia. «Noi possiamo godere della nostra sicurezza e della nostra libertà anche grazie al loro sacrificio - ha aggiunto - e io non farò offuscare la luce dei valori che noi orgogliosamente rappresentiamo nel mondo».

    "FILM DISGUSTOSO" Washington prende quindi le distanze dal film «L'innocenza dei musulmani», firmato da Sam Bacile, probabilmente pseudonimo di Nakoula Basseley Nakoula, un produttore di origine copte. «Il governo degli Stati Uniti non ha nulla a che vedere con il video», ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton definendolo «disgustoso e deplorevole» e ideato con l'unico scopo di «denigrare una grande religione». «Ogni leader responsabile - ha poi aggiunto - dovrebbe alzarsi e condannare ogni violenza». Da più parti intanto si levano voci a difesa della figura del Profeta. A partire dal presidente egiziano Mohamed Morsi che, prima di imbarcarsi per il suo primo viaggio in Europa - prima a Bruxelles, e da stasera a Roma - mette in chiaro: Maometto rappresenta «una linea rossa intoccabile»...

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  3. CONTINUA...
    PROTESTE IN EGITTO, MAROCCO E TUNISIA. 200 INTOSSICATI Il leader egiziano aveva appena ricevuto una telefonata del presidente Usa Barack Obama per discutere di cooperazione in ambito di sicurezza ma anche per chiedergli maggiore protezione dell'ambasciata al Cairo, dove martedì sono scoppiate le prime dimostrazioni e dove ancora oggi nuovi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine sono finiti con oltre 200 persone intossicate dai lacrimogeni. Il personale americano è stato evacuato dalla sede del Cairo, così come dall'ambasciata di Sanaa, dove oggi quattro persone sono morte durante un tentativo di assalto disperso dalla polizia yemenita. Le proteste si sono allargate, da Casablanca a Giacarta, da Dacca a Tel Aviv, da Teheran a Tunisi, obbligando le ambasciate, non solo Usa, a rafforzare le misure di sicurezza. E Hamid Karzai ha deciso di annullare un viaggio in Norvegia nel timore di possibili violente manifestazioni in Afghanistan. Stamani il presidente Obama ha parlato al telefono anche con il neo premier libico Mustafa Abu Shagur concordando di condurre indagini congiunte sull'assalto di Bengasi e la morte di Stevens.

    L'OMBRA DI AL QAIDA In serata il capo della Casa Bianca ha ripetuto che «nessun atto di terrore resterà impunito», mentre da Tripoli Shagur ha confermato l'arresto di alcuni sospetti, senza precisarne il numero nè la presunta 'appartenenzà a gruppi terroristici. «Finora non abbiamo prove della presenza di Al Qaida in Libia. Gli estremisti islamici sono una minoranza», ha sottolineato il nuovo premier libico. Ma Al Qaida, o meglio le sue diramazioni locali, restano sul banco degli imputati: la manifestazione di Bengasi contro il film su Maometto - è la certezza dell'intelligence Usa - è stato solo un pretesto per mettere in atto un attacco «già pianificato». Un attacco compiuto in due fasi: la prima al consolato dove l'ambasciatore Stevens è rimasto in trappola, la seconda in una casa segreta ritenuta sicura dove lo staff Usa era stato trasferito, ma che i miliziani armati hanno raggiunto provocando una sparatoria e uccidendo i due marines. Secondo fonti libiche, l'assalto al consolato aveva il preciso scopo di far evacuare il personale diplomatico - compreso Stevens - verso il 'rifugiò dove il commando, che già ne conosceva la posizione, aveva deciso di tendere l'agguato agli americani.Le autorità libiche hanno annunciato l'arresto di alcuni sospetti nel quadro dell'inchiesta sull'attacco al consolato di Bengasi, costato la vita all'ambasciatore Usa. Lo ha detto all'Afp il viceministro dell'Interno, Wanis al Charef, senza fornire ulteriori dettagli «per non ostacolare lo svolgimento dell'inchiesta» condotta dai ministeri di Interno e Giustizia libici...

    DOLCE,GIOO

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  4. MUTO DA TRE ANNI, BIMBO TORNA A PARLARE
    E RACCONTA LE FAVOLE AL GATTO ---

    MUTO DA TRE ANNI, BIMBO TORNA A PARLARE
    E RACCONTA LE FAVOLE AL GATTO -FOTO/VIDEO

    TAG : bambino, muto, gatto, favole

    FOTOGALLERY : Lorcan Dillon e la gatta Jessi

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    Giovedì 13 Settembre 2012 - 21:57

    LONDRA - Non riesce a parlare né a esprimere emozioni, eppure la sua gatta ha fatto il miracolo. Lorcan Dillon, bambino inglese di sette anni affetto da mutismo selettivo ha rotto il suo silenzio grazie a Jessi. Alla gatta che è con la famiglia da due anni Lorcan ha detto "I love you", stupendo la mamma Jayne che non sentiva da tre anni la voce del suo di cucciolo.

    Jessi è riuscita a conquistarsi un posto nel cuore del bambino e anche sotto i riflettori: molte tv si sono interessate alla storia e hanno invitato la famiglia a raccontarla. Contrariamente a quanto avrebbero fatto altri animali, Jessi non si è mai mossa dal fianco del padroncino. Come ha riferito la mamma al Daily Mail, il gatto «sembrava capire che il suo ruolo è quello di rimanere accanto a Lorcan, è un gatto con uno straordinario senso del dovere» -la donna continua- «l'altro giorno ho trovato Lorcan che leggeva una favola a Jessi, e lei è lì che lo guarda stando ad ascoltare»...


    dolce,gioo

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  5. "STIPENDI D'ORO": 18 MANAGER PUBBLICI
    GUADAGNANO OLTRE 294MILA EURO...
    Giovedì 13 Settembre 2012 - 19:18

    ROMA- Secondo il ministro Filippo Patroni Griffi alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, sono 18 i manager pubblici il cui stipendio supera ancora il tetto dei 294.000 euro, limite imposto dal decreto Salva-Italia. Il dato è emerso a seguito dei controlli riguardanti 37 37 amministrazioni pubbliche su 80 interessate. Patroni Griffi è intervenuto ai lavori delle Commissioni che stanno esaminando tre proposte di legge che estendono il tetto a tutta la platea dei Dirigenti che percepiscono emolumenti, direttamente o indirettamente dallo Stato. Il ministro ha riferito i primi dati del monitoraggio sull'applicazione della norma del decreto Salva-Italia, a seguito del Decreto della presidenza del COnsiglio di attuazione. Ebbene sulle circa 80 Amministrazioni Pubbliche interessate alla norma (di cui però circa 15 sono Enti Parco con manager che non hanno stipendi molto alti), hanno risposto al questionario del ministro in 37. All'interno di queste Amministrazioni risultano esserci ancora solo 18 casi di «scostamento immediato» dal tetto, vale a dire che la sola retribuzione (al di là del cumulo con altre entrate) era superiore al tetto. L'Amministrazione ha quindi operato il taglio in modo da farla rientrare nel limite stabilito dalla legge. Altro tema riguarda le eventuali deroghe al tetto. «Molti di noi - ha riferito Roberto Zaccaria (Pd) - è favorevole a inserire nella legge alcune deroghe per casi particolari. Un Manganelli, un Canzio o un Befera è giusto che abbiano retribuzioni pari alla loro responsabilità». «Il governo - ha detto però il ministro Patroni Griffi - ha ritenuto opportuno, al momento di attuare la norma, di non esercitare la facoltà di deroga. COmunque riferirò al premier questo indirizzo»...

    dolce,gioo

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  6. RENZI: "VOGLIO GUIDARE L'ITALIA. VENGA DA ME CHI VOTAVA BERLUSCONI"...
    Giovedì 13 Settembre 2012 - 13:25

    VERONA - «Annuncio ufficialmente la mia e la nostra candidatura a guidare l'Italia per i prossimi 5 anni». Così Matteo Renzi ha ufficialmente dichiarato la sua partecipazione alle primarie del centrosinistra, durante una convention a Verona In maniche di camicia bianca e cravatta blu, Renzi è salito sul palco del Teatro La Gran Guardia di Verona, dove ci sono solo posti in piedi, per il suo intervento di candidatura alle primarie: «Buongiorno e grazie a tutti di essere qui. Adesso», ha detto accolto da un lungo applauso.
    Renzi è entrato al Palazzo La Gran Guardia da un ingresso secondario, dribblando taccuini e telecamere, ma anche diversi sostenitori, che lo attendevano all'ingresso principale Scenografia sobria nella sala, ma con colori, il blu, il rosso e il bianco, che ricordano un pò quelli di una convention americana.
    Ai partecipanti sono stati distribuiti dei cartelli formato A3 con la scritta «Adesso!» in bianco su fondo rosso da una parte e dall'altra il nome Matteo Renzi su sfondo blu, da alzare verso il palco.

    "CHI VOTAVA BERLUSCONI VENGA DA ME" «Non ho paura di prendere voti di chi ha votato centrodestra, non certo nelle primarie che il centrodestra non fa, ma alle elezioni. Noi del centrosinistra le elezioni le vogliamo vincere»: così Matteo Renzi a Verona. «Voglio stanarvi dalla vostra delusione», ha aggiunto rivolgendosi idealmente «a chi in passato ha votato per Berlusconi».
    Noi le elezioni le vogliamo vincere, non siamo qui solo per partecipare». Renzi ha ringraziato la famiglia e ha detto che non vuole che un giorno suo figlio possa dire: «Mio padre ha avuto paura». Poi, citando una frase detta anche quando scese per le primarie a Firenze: «Il vero rischio è restare in panchina, è non calciare il rigore». «Se saremo in grado di raccontare l'Italia credibile - ha aggiunto Renzi - voi sarete con noi»...

    CONTINUA...

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  7. FUTURO, EUROPA, MERITO «Futuro, Europa, merito»: ecco le parole-chiave indicate da Matteo Renzi nel suo intervento a Verona. «Noi - ha detto Renzi - possiamo candidarci senza portare la giustificazione: quando loro erano in parlamento noi eravamo all'asilo». E poi: «Non veniamo dal pianeta delle chiacchiere, siamo sindaci e amministratori e cerchiamo di dare prospettive a questo tempo». «Dobbiamo puntare il compasso e girarlo dall'altra parte, noi siamo l'altro raggio del compasso».

    DOPO 25 ANNI SEMPRE STESSI LEADER «Venticinque anni fa eravamo senza telefonini, anche i loghi dei partiti erano diversi da quelli di oggi, mentre i leader no, sono gli stessi». È un passaggio di Matteo Renzi del suo discorso a Verona. «Lo hanno fatto - ha aggiunto Renzi con un sorriso - per darci un punto di riferimento».
    «Ci candidiamo per dire cosa immaginiamo noi per i prossimi 25 anni - ha aggiunto Renzi -. Siamo qui per raccontare che i 25 anni che ci aspettano non serviranno solo per cambiare la classe dirigente: noi non vogliamo solo cambiare la classe dirigente ma cambiare il futuro dei nostri figli».

    VENDOLA-DI PIETRO? SINISTRA BRUTTA «La foto del Palazzaccio» con Nichi Vendola e Antonio Di Pietro che presentano il referendum sulla riforma del lavoro è «brutta» e rappresenta «un modello culturale con il quale il centrosinistra non governerà mai, una sinistra che non vuol governare». Lo ha detto Matteo Renzi durante il suo intervento a Verona per candidarsi alle primarie del centrosinistra.

    PARTE TUTTO CON UN VIDEO Un video di pochi minuti in cui si sono alternate foto simbolo degli anni '80, '90 e 2000 ha aperto l'iniziativa con cui Matteo Renzi, al Palazzo della Gran Guardia di Verona, dirà ufficialmente che si candida alle primarie del centrosinistra.
    Dopo pochi secondi, per un disguido, il video si è interrotto ma poi è partito di nuovo con una sfilata di volti e immagini, da Reagan alla Thatcher, da Michael Jackson a Madonna, da Gorbaciov a Falcone e Borsellino, fino a Steve Jobs. Gli ultimi due volti sono stati quelli di Obama e della moglie Michelle. Sullo sfondo una scritta «Solo i giovani hanno simili momenti», citazione di Konrad...

    DOLCE,GIOO

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  8. OBAMA SFIDA I TERRORISTI:
    "NULLA RESTERÀ IMPUNITO"...


    OBAMA SFIDA I TERRORISTI:
    "NULLA RESTERÀ IMPUNITO"

    TAG : obama, terrorismo, al qaeda, bengasi

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    Giovedì 13 Settembre 2012 - 21:48

    WASHINGTON - Se basta un filmato sul web a far riesplodere l'odio del mondo islamico contro gli Stati Uniti, è legittimo pensare che la politica del dialogo con l'Islam avviata da Barack Obama non abbia ottenuto i risultati sperati. E che le grandi aspettative suscitate dalla primavera araba, la democratizzazione di Paesi usciti da dittature ultradecennali, poggiavano su basi molto deboli. Sono questi gli interrogativi che si pone l'America all'indomani della tragedia di Bengasi mentre il presidente Usa, in piena campagna elettorale, lancia un messaggio di fermezza, necessario per il 'Commander in Chief' di una nazione che si sente di nuovo 'sotto attaccò: «Nessun atto di terrore resterà impunito - ha assicurato oggi Obama parlando alla folla di Golden in Colorado -. La violenza non scalfirà la nostra determinazione nel proteggere e diffondere i nostri valori in tutto il mondo». Il cittadino della strada però, in America, rivive l'incubo di essere di nuovo nel mirino dei fondamentalisti, mentre vede le bandiere bruciate e l'ondata di proteste che sta infiammando il Medio Oriente. E si interroga su una nuova crisi politica internazionale che inevitabilmente mette a dura prova la leadership del presidente, a 54 giorni dalle elezioni...

    dolce,gioo

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  9. PER IL CERVELLO UMANO L'UOMO È UNA
    PERSONA, LA DONNA 'PARTI DEL CORPO'

    Giovedì 26 Luglio 2012 - 14:55

    ROMA- Uomo e donna sono diversi. Potrebbe sembrare una banalità ma, in realtà, un recente studio ha dimostrato come questa differenza sia percettibile dal modo che ha il cervello di elaborare le immagini. La ricerca, pubblicata sulla rivista European Journal of Social Psychology e riportata dal Daily Mail, ha dimostrato come l'uomo e la donna siano visti in modo diverso. Il nostro cervello nell'osservare un oggetto lo può percepire nella sua interezza o come una raccolta di parti: ed è questo il punto. L'uomo sarebbe percepito dall'occhio umano come un intero, mentre la donna verrebbe recepita come un insieme di elementi.
    Durante la ricerca sono stati fatti degli esperimenti che consistevano nel far vedere immagini di uomini o di donne a diversi soggetti per capire cosa venisse percepito a primo impatto di quelle figure. Successivamente sono state mostrate parti sessuali del corpo di entrambe i generi. Lo studio ha dimostrato come le parti sessauli femminili erano immediatamente riconosciute, mentre per quelle maschili spesso si impiegava più tempo per capire di cosa si trattasse. Un altro punto interessante della ricerca è quello che mostra che non solo gli uomini erano in grado di riconoscere immediatamente parti del corpo femminile, ma anche le donne. «Gli uomini potrebbero essere stati interessati in quanto potenziali compagne, per le donne potrebbe essere scattato un senso di rivalità», ha affermato uno dei ricercatori. Ma in materia sono ancora molti gli studi che devono essere condotti.....

    dolce,gioo

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  10. CIAOO ROBERTO GRAZIE PER AVERMI NOMINATA IN HOME L'HO FATTO VOLENTIERI MI RILASSA MOLTO A RIPORTARE ARTICOLI .

    DOMANI PARTO MA TORNERO' PRESTISSIMO


    CIAO NOTTE RAGAZZEEE

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  11. che bella sta ragazza!!!!!!!!

    U&D, ROBERTA RUIU: "ECCO PERCHÉ
    HO RIFIUTATO IL TRONO"...

    ROMA - E' ormai certa l'assenza dal trono dell'edizione di quest'anno di "Uomini e donne" di Roberta Ruiu, ex "Lollipop", protagonista indiscussa del salotto della de Filippi dello scorso anno. Roberta aveva fatto sapere già attraverso Facebook della sua mancata partecipazione: "E’ arrivato il momento - si legge sul social network - di dire quello che a molti di voi dispiacerà… Per rispetto della redazione non ho mai svelato sulla mia presenza o meno all’interno del programma… non avevo obblighi ma ho preferito così…".
    La redazione la voleva sul trono ("chiamata e stravoluta dalla redazione"), ma l'impegno di tempo richiesto era troppo oneroso: "perché in questo momento della mia vita non posso dare la mia totale disponibilità".
    Non ci sarebbero altri motivi ( "Ci tengo comunque a ricordare (a tutti quelli che la ritengono un trasmissione trash) che me ne frego di tutto quello che si dice su di me e della trasmissione… Non vado perché ribadisco che in questo momento della mia vita non posso!"), ma potrebbe sempre cambiare idea e tornare sulle sue posizioni: "Ai secondi dico: 'occhio a festeggiare che io sono matta e tutto d’un colpo potreste accendere la tv e ritrovarmi lì, più splendida che mai, a rimbalzare ogni singolo elemento che si presenti per me'"...

    dolce,gioo



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  12. MILANO, TORNANO I GRANDI CONCERTI CON LADY GAGA, ANTONACCI, CREMONINI E CRANBERRIES...

    MILANO - Lady Gaga, troppo sulla bocca di tutti per perderla. Una squadra di inossidabili made in Italy (Antonacci, Pino Daniele, Cremonini, Morricone). E poi, nomi dall’universo revival rock. Insomma, finita l’estate, ecco arrivare l’autunno caldo dei concerti.
    Il via dal Carroponte di Sesto, che snocciola a prezzi popolari Giuliano Palma & The Bluebeatres il 15 settembre, Afterhours il 18, Samuele Bersani il 19, Alessandro Mannarino il 20, Jarabe De Palo il 22. Lady Gaga il 2 ottobre al Forum fa sempre parlare di sé. Biglietti quasi bruciati: unica chance, sborsare 88 euro per gli unici posti rimasti. I ritardatari si mangeranno le mani (e il portafoglio). Biagio Antonacci il 9 e 10 ottobre al Mediolanum Forum piace anche alle mamme (da 34 a 69 euro). Da non perdere alla Salumeria della Musica il 12-10 Jo Hamilton (17 euro): scozzese paragonata a Bjiork e già incensata all’estero. Pino Daniele arriva il 15-10 agli Arcimboldi, mentre Cesare Cremonini arriva il 27 sempre ad Assago. Il 29 ai Cranberries e a Joe Jackson spettano rispettivamente il Forum e il Teatro Nazionale. Annalisa Scarrone arriva il 30-10 arriva al Teatro Dal Verme. Mentre il revival vede protagonisti il 29 ottobre gli Europe e gli Ultravox il 5 novembre all’Alcatraz. Al maestro Ennio Morricone apre il 10 novembre le porte il Forum. E la musica riparte...

    dolce,gioo

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  13. GF, PATRICK E MARTINA DI NUOVO INSIEME:
    STOP ALLE POLEMICHE PER DANIELLE...

    Giovedì 13 Settembre 2012 - 15:02

    MILANO - Recentemente c'è stato un litigio via Facebook fra la neo-coppia gieffina formata da Patrick Ray Pugliese e Martina Pascutti e l'ex del secondo classificato al reality, Danielle Nabor.
    Patrick infatti nell'ultima edizione del Gf era entrato felicemente fidanzato con Danielle, ma all'uscita ha preferito la "compagnia" della sua coinquilina e questo ha provocato un battibecco via social network. Nessun problema però perchè sembra che la coppia da reality abbia messo da parte tutte le arrabbiature ed è stata fotografata durante un'affettuosa fermata in un bar di Milano...

    dolce,gioo

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  14. PAMELA COMPAGNUCCI: "ALESSIO MI HA
    MENTITO. BORRIELLO? TUTTO MONTATO"...

    iovedì 13 Settembre 2012 - 14:18

    ROMA - "Durante quest'estate, mentre viveva un flirt con me mi ha sempre detto che con Caterina (Siviero) era finita", Pamela Compagnucci racconta la sua love-story con Alessio Lo Passo: "Secondo me - ha dichiarato a "Gossipfanpage", come riporta "Vitadavips" - a lei stava bene così perchè non so come lei abbia fatto a rimanere così calma dopo le cose che vedeva sui giornali del suo uomo. Non la conosco personalmente, ma lei ha criticato tanto me, quando lei all'interno del Grande Fratello ha fatto molto peggio".
    La notizia della gravidanza non l'ha resa felice: "Uno sui giornali può giocare su tutto, ma far intendere alle persone di essere incinta, significa proprio essere una schifezza della natura. Io lo so perchè ci sono passata avendo perso due gemelli dopo cinque mesi di gravidanza". Ultimamente era stata fotografata in compagnia di Mara Adriani con Marco Borriello: "Magari!! Eravamo nello stesso ristorante, ma hanno montato tutto"...

    DOLCE,GIOO

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  15. GUENDALINA CANESSA HOT, NUDA
    SU TWITTER: "IO MI AMO"...

    MILANO - Un'estate molto movimentata per Guendalina Canessa. L'ex gieffina ha lasciato il compagno Daniele Interrante e si è dedicata a delle vacanze da single in compagnia della figlia Chloe e dell'amica di sempre Melita Toniolo, anche lei tornata single dopo un breve flirt con un amico al di fuori del mondo dello spettacolo. Guendalina ha postato molte foto del periodo vacanziero su sulla sua pagina Twitter, e recentemente ha regalato a tutti i suoi followers un'immagine "hot" in cui compare senza veli. Nella didascalia la scritta: "Io MiAmo"..

    dlce,gioo

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  16. FILM ANTI-ISLAM, IRA CONTRO L'OCCIDENTE.
    MORTI IN EGITTO, LIBANO E SUDAN ---

    Venerdì 14 Settembre 2012 - 21:08

    SANAA - Sangue e tensione alle stelle in molti Paesi islamici, sulla scia delle proteste per il film considerato "blasfemo". Così, mentre sono in arrivo i marines inviati da Obama i ribelli hanno fatto irruzione nell'ambasciata tedesca in Sudan e assaltando anche quella britannica. Evacuati diplomatici Usa da sedeTunisi, dove è stata anche incendiata la scuola americana. Proteste e scontri in Egitto, Libano, Nigeria, Kenya, Pakistan, Indonesia, Malaysia, Bangladesh, Iran. Attaccato il consolato Usa a Madras in India. Il bilancio è di tre morti totali, in Egitto, Sudan e Libano.

    TENSIONE A IL CAIRO Ancora sassaiole, ancora lacrimogeni e autoblindo nel centro del Cairo: per il terzo giorno consecutivo si sono susseguiti gli scontri fra manifestanti, per lo più giovani e giovanissimi, con le forze della sicurezza, ma stavolta hanno lasciato un morto sul terreno. La rabbia dei dimostranti è salita con la decisione delle autorità di erigere un muro di blocchi di cemento per impedire l'accesso all'ambasciata Usa. Per tutto il giorno hanno lanciato sassi e pietre oltre il muro per colpire le forze dell'ordine in un' aria resa irrespirabile dai gas lacrimogeni. I tafferugli nel pomeriggio si sono estesi anche al vicino lungo Nilo, bloccando un'arteria sulla quale affacciano alcuni dei grandi hotel del Cairo. L'ondata di proteste violente per il film 'L'innocenza dei musulmanì è arrivata anche nel Sinai, da tempo una polveriera, nella quale le forze armate egiziane hanno mandato significativi rinforzi di uomini e mezzi all'indomani dell'attacco costato la vita a sedici guardie di frontiera. In serata un gruppo di uomini, identificati come salafiti, ha assaltato la base della forza multinazionale, ferendo tre osservatori colombiani. Al Cairo, in piazza Tahrir, quella che doveva essere una manifestazione dei Fratelli musulmani per protestare contro il film che ha incendiato gran parte del mondo islamico si è trasformata in una prova di forza dei salafiti, che a migliaia sono scesi in strada. Molti con la bandiera nera della jihad islamica con la scritta «Allah è grande e Maometto è il suo profeta» sono scesi in piazza per promettere di dare la loro vita per la difesa della fede. «Sacrifico me stesso, il mio sangue, mio padre e mia madre per te, profeta Moametto», si leggeva su numerosi striscioni mentre uno dei manifestanti girava per la piazza con una grande immagine di Osama Bin Laden. La manifestazione è diventata un cavallo di battaglia delle componenti piu’ integraliste. In mattinata un predicatore salafita aveva arringato la piazza sostenendo che la collera dei giovani era giustificata, e invocando azioni contro «i criminali e i maiali» che hanno fatto il film. A circa tre chilometri da Tahrir la moschea el Nour, la luce, e’ considerato il principale centro dei salafiti al Cairo. Dopo la preghiera, gli uomini con le lunghe barbe islamiche e le donne rigorosamente in niqab, solo con gli occhi scoperti, continuavano a discutere del sermone dello sheikh di oggi. «Secondo la Sharia chiunque insulti il profeta, deve essere ucciso e il suo sangue versato», dice Ahmad che fa l'ingegnere. «Gli occidentali devono capire che ci devono rispettare e che non possono farsi gioco di noi e del nostro profeta. Chi è dietro questo film è un apostata e deve essere ucciso». Ali el dine, studente di medicina, fa cenni di assenso, serio. «Faccio solo un esempio: quale sarebbe stato l'atteggiamento degli Usa se invece di questo film umiliante per il profeta ne fosse stato fatto un simile sull'Olocausto?». «L'America deve capire che c'è una linea invalicabile che nessuno deve superare, per noi è il profeta», afferma convinto.

    <>

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  17. continua---
    RABBIA A TUNISI Era stata annunciata come una manifestazione pacifica che avrebbe mostrato tutta la rabbia dei salafiti per un film blasfemo: si è trasformata in qualcosa di ben diverso e con un bilancio ancora provvisorio - due morti ed una trentina di feriti - che da solo dà l'immagine di quanto è accaduto. Centinaia di persone, nonostante il cordone sanitario che dall'alba era stato steso intorno all'ambasciata americana, non hanno esitato a confrontarsi con gli agenti, prima solo con parole, poi con sempre maggiore aggressività, fino a sfociare nella violenza pura. Senza alcun paura, si sono lanciati contro le barriere di filo spinato e, quindi, hanno cominciato a lanciare delle pietre verso le forze di sicurezza insultate perchè non difendevano la religione e per avere venduto la loro anima al potere. Gli appelli alla calma degli agenti, con brevi occhiate alle loro spalle, per fare capire che, dietro la prima fila di divise, c'erano centinaia di uomini e decine di automezzi pronti ad entrare in azione, sono caduti nel vuoto. È quindi partita la prima salva di granate lacrimogene che hanno subito fatto arretrare i manifestanti. Ma è durato poco perchè, poi, l'attacco è ripreso. E se qualcuno pensava che la manifestazione fosse spontanea s'è dovuto subito ricredere. Nell'assalto alle mura dell'ambasciata - su cui vegliavano dai tetti marines che imbracciavano quelli che avevano tutta l'aria d'essere fucili di precisione - sono subito spuntate, dal nulla, delle scale. Mentre questo accadeva si sono avvertite le prime detonazioni, ben diverse da quelle dei lanciagranate. Dapprima isolate, poi, via via, delle vere e proprie scariche, centinaia di colpi. E qualcuno degli uomini in divisa ha rivolto le sue armi verso i manifestanti, non certo per sparare in aria. Con cosa fossero caricate le armi non si sa, ma i due morti tra gli estremisti, dicono alcuni testimoni, portavano segni che sembravano conseguenza di colpi d'arma da fuoco. La furia degli integralisti non s'è fermata: hanno sfondato lo sbarramento e sono saliti sulle mura che formano il perimetro esterno dell'ambasciata, sventolando i vessilli dei salafiti. Qualcuno ha poi sostituito la bandiera americana - a mezz'asta per ricordare le vittime di Bengasi - con il drappo nero di Hezb Ettahir, il movimento che riunisce i più duri tra i duri del salafismo. Altri sono arrivati sino al grande parcheggio interno dell'ambasciata incendiando con bottiglie Molotov le vetture del personale. Una situazione che è sembrata sfuggire di mano alla polizia tanto che è dovuta intervenire la brigata anti-terrorismo per caricare il personale diplomatico, con l'ambasciatore Jacob Walles salvato e portato in un luogo sicuro. Che di improvvisato ci fosse ben poco lo testimonia anche l'incendio, preceduto da un saccheggio, di una vicina scuola americana, evacuata appena in tempo prima dell'irreparabile.


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  18. CONTINUA---
    UN MORTO IN SUDAN Un manifestante è stato ucciso a Khartoum durante l'intervento delle forze di sicurezza sudanesi, impegnate a disperdere una protesta di massa nei pressi dell'ambasciata Usa nella capitale. La vittima è finita sotto le ruote di un veicolo della polizia. Lo hanno riferito testimoni.

    MIGLIAIA DAVANTI ALL'AMBASCIATA USA IN SUDAN Migliaia di manifestanti hanno raggiunto l'ambasciata Usa a Khartoum. La polizia sta facendo uso di gas lacrimogeni per tenerli a distanza. Lo riferiscono testimoni, aggiungendo che molti dimostranti si stanno spostando verso la sede diplomatica a bordo di vetture e autobus.

    UN MORTO IN LIBANO Una persona è morta e altre 25 sono rimaste ferite a Tripoli, nel nord del Libano, durante scontri tra polizia e manifestanti che protestavano per il film giudicato offensivo dell'Islam. Lo riferisce la televisione panaraba Al Arabiya.
    L'esercito, riferisce la radio Voce del Libano, ha costituito un cordone di sicurezza intorno all'area degli incidenti per evitare che si diffondano e la situazione si Š ora calmata. Alcune centinaia di manifestanti avevano dato alle fiamme un ristorante Kentucky Fried Chicken e poi avevano cercato di attaccare il locale palazzo governativo, il Serraglio. La televisione libanese al Jadid riferisce che 18 agenti di polizia sono rimasti feriti nel respingere questo secondo attacco.

    CENTINAIA IN PIAZZA IN INDONESIA E MALESIA Circa 500 integralisti islamici sono scesi in piazza oggi a Giakarta contro «la dichiarazione di guerra» contenuta - affermano - nel film anti-islamico girato negli Usa. La folla è radunata davanti all'ambasciata americana di Indonesia, il più popoloso Paese musulmano. Anche in Malaysia, altro Paese a maggioranza musulmana dell'Asia, alcune decine di persone hanno manifestato marciando fino all'ambasciata Usa a Kuala Lumpur.

    FIAMME AD UN RISTORANTE KFC IN LIBANO Alcune centinaia di persone hanno dato fuoco a un locale della catena di ristorazione americana Kentucky Fried Chicken (Kfc) di Tripoli, principale porto nel nord del Libano, in segno di protesta per la realizzazione di un film considerato offensivo dell'islam e del profeta Maometto. Lo riferisce la TV libanese Lbc.
    Gli incidenti si sono verificati nelle stesse ore in cui Papa Benedetto XVI atterrava all'aeroporto internazionale di Beirut per iniziare la sua visita di tre giorni in Libano, ma appaiono legati alla protesta contro il film anti-Islam diffuso nei giorni scorsi negli Usa.
    Testimoni a Tripoli, citati dai media locali, riferiscono che oltre all'assalto al ristorante Kfc, si sono verificati scontri tra manifestanti e forze dell'ordine quando i primi hanno tentato di assaltare il locale palazzo governativo, il Serraglio, in pieno centro. Alcuni dimostranti, molti dei quali radunatisi dopo la preghiera comunitaria islamica del venerdì, sarebbero rimasti feriti ma al momento non si hanno notizie più precise sul bilancio degli incidenti.

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  19. CONTINUA---

    AMBASCIATA TEDESCA IN FIAMME IN SUDAN I manifestanti hanno appiccato un incendio contro il compound dell'ambasciata tedesca a Khartoum, in Sudan. Le immagini trasmesse dalla tv satellitare al-Jazeera mostrano le fiamme a ridosso della sede diplomatica, con una colonna di denso fumo nero che la avvolge. In precedenza i manifestanti avevano attaccato anche l'ambasciata britannica. Per disperdere le proteste scatenate dal film blasfemo su Maometto, la polizia ha usato i lacrimogeni...

    dolce,gioo

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  20. NUORO, MUORE IL RAPINATORE 22ENNE
    COLPITO DAL PROIETTILE DEL COMPLICE

    Venerdì 14 Settembre 2012 - 20:22

    NUORO - E’ morto il rapinatore colpito dal complice questa mattina durante una rapina in una gioielleria a Orani, nel nuorese. Francesco Menneas, di 22 anni, di Orgosolo, allevatore celibe e incensurato, era ricoverato nell'ospedale a Nuoro poco dopo esser rimasto gravemente ferito. Il proiettile di una mitraglietta gli ha trapassato il cranio e nonostante i tentativi dei chirurghi del San Francesco il giovane non ha ripreso conoscenza. Il fatto, su cui indagano i carabinieri della Compagnia di Ottana, diretta dal cap. Alessio Zanella, è accaduto verso le 10:30 nella gioielleria di Mattia Cugusi, nel centrale corso Garibaldi. Il proprietario stava visionando alcuni campioni con un rappresentante di gioielli. Un suo collega, invece, si era appena allontanato per fare colazione. Improvvisamente dall'ingresso principale sono spuntati due individui armati e travisati. Il primo ha legato i due e li ha portati dentro il laboratorio orafo. Il secondo li ha accompagnati colpendoli con l'arma in mano. Nella colluttazione il caricatore si è sganciato ed è caduto per terra. Il bandito lo ha raccolto e mentre lo riposizionava è partito un colpo che ha ferito alla testa l'altro rapinatore. Non si sa se a quel punto siano entrati in azione altri complici. È sicuro che il malvivente ha abbandonato l'amico sul pavimento, ha raccolto alcuni rotoli di gioielli, sottratto l'hard disk con le immagini registrate, ed è scappato a bordo di una vettura...

    dolce,gioo

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  21. VENEZIA, MEDICO GLI DIAGNOSTICA TUMORE
    IN RITARDO: RISARCITO CON 300.000 EURO...

    Venerdì 14 Settembre 2012 - 17:11

    VENEZIA - Trecentomila euro per la diagnosi di un tumore data con 15 mesi di ritardo: un 65enne veneziano è stato risarcito così dall'Ulss 12 di Venezia. Sottoposto nel 2009 ad alcune radiografie e a tre Tac per una macchia sul torace, il paziente era sempre stato tranquillizzato da un pneumologo dell'ospedale "All'Angelo" di Mestre. Soltanto una visita dal primario dello stesso reparto aveva portato alla luce la presenza di un carcinoma bronchiale.
    L'operazione alla quale è stato sottoposto avrebbe quindi evidenziato che il ritardo nelle cure aveva causato l'allargamento ai linfonodi del tumore. Una malattia contro il quale il 65enne sta ora combattendo con la chemioterapia. L'Ulss 12 ha riconosciuto l'errore di uno dei suoi medici e ha risarcito l'uomo con 300mila euro.

    dolce,gioo

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  22. FIAT, ADDIO A 'FABBRICA ITALIA'.
    CASINI: "RISCHIO DISIMPEGNO"...

    FIAT, ADDIO A 'FABBRICA ITALIA'.
    CASINI: "RISCHIO DISIMPEGNO"

    TAG : fiat, della valle, lavoratori, problema, amministratore, furbetti, marchionne

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    Venerdì 14 Settembre 2012 - 21:11

    MILANO - «Un giorno Andrea Magnano mi chiese cosa pensassi del passo indietro della Fiat su Fabbrica Italia. Dopo le promesse di grandi investimenti, è difficile non vedere nell'annuncio la premessa per un disimpegno dal nostro Paese». Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook. «È logico che la Fiat assieme a Chrysler costituisca oggi una multinazionale che ha diritto di compiere le scelte più convenienti. Ma -sottolinea il leader Udc- se ripensiamo ad anni di politiche di sostegno al settore automobilistico, e alla Fiat in particolare, ciò non può che impensierire». «Penso che la politica e le forze sociali debbano interrogarsi sui motivi e sugli effetti del cambio di strategia della Fiat nel nostro Paese, dopo gli annunci di tanti miliardi in arrivo per nuove iniziative imprenditoriali che non ci sono state, conclude.

    SU BERLUSCONI «Berlusconi sa benissimo che non vincerà più le elezioni e non vuole neanche vincerle, vuole solo limitare i danni»: è la valutazione espressa dal leader Udc, Pier Ferdinando Casini, oggi pomeriggio a Perugia in un dibattito alla Festa nazionale socialista con il segretario Psi, Riccardo Nencini, moderato dal giornalista Rai, Mauro Mazza. Rispetto ai rapporti del suo partito con il Pdl, Casini ha spiegato che «non c'è ostilità ma noi abbiamo fatto una strada diversa». Secondo Casini, «il Pdl non ha ancora fatto una autocritica seria su quanto successo negli ultimi quattro anni e non si vede ancora una sua maturazione critica».

    SU VENDOLA «Abbiamo detto chiaramente che le opinioni di Vendola sono antitetiche alle nostre». Lo ha detto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini rispondendo ad un giornalista a Perugia, alla festa del partito socialista. Le idee antitetiche di Vendola, sono, ha spiegato Casini, «l'idea di smantellare l'articolo 18 riformato dal Governo Monti, l'idea di parificare due conviventi dello stesso sesso alle famiglie regolari, le opinioni che ha in materia economica e industriale». «Non credo che oggi - ha concluso - chi appoggia il Governo Monti, può disinvoltamente far finta che le idee nostre siano identiche a quelle di Vendola»...

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  23. CONTINUA...
    MONTEZEMOLO SMORZA I TONI Della Valle attacca Marchionne e la famiglia Agnelli. Il terreno dello scontro è la Fiat e le scelte industriali del Lingotto, che ha 'congelatò il progetto Fabbrica Italia. Ma, inevitabilmente, tornano a galla le tensioni su Rcs e anche l'impegno politico di Italia Futura e di Luca Cordero di Montezemolo, da sempre vicino a Della Valle. Tanto che è immediata la presa di posizione dello stesso presidente della Ferrari, che si 'dissocià dalle parole e dai toni scelti dall'amico Diego. Cesare Romiti, intanto, rimette i vertici di Fiat nel mirino: «quando un'azienda automobilistica interrompe la progettazione vuol dire che è destinata a morire», dice all'Adnkronos. In una lunga nota il patron di Tod's non usa di certo mezzi termini. «Il vero problema della Fiat non sono i lavoratori, l'Italia o la crisi (che sicuramente esiste): il vero problema sono i suoi azionisti di riferimento e il suo amministratore delegato». E, ancora. «Sono loro che stanno facendo le scelte sbagliate o, peggio ancora, le scelte più convenienti per loro e i loro obiettivi, senza minimamente curarsi degli interessi e delle necessità del Paese. Paese che alla Fiat ha dato tanto, tantissimo, sicuramente troppo». Fino all'affondo finale. «È bene comunque che questi 'furbetti cosmopolitì sappiano che gli imprenditori italiani seri, che vivono veramente di concorrenza e competitività, che rispettano i propri lavoratori e sono orgogliosi di essere italiani, non vogliono in nessun modo essere accomunati a persone come loro». Di fronte all'attacco, durissimo, che mette nel mirino non solo Marchionne, ma anche la famiglia Agnelli, Montezemolo non può che reagire. «Espressioni come quelle usate da Diego sono assolutamente inaccettabili e non dovrebbero mai far parte di una dialettica tra imprenditori», mette nero su bianco in una nota di replica. «Di tutto abbiamo bisogno in questo momento, ma non di polemiche che non appartengono alla cultura imprenditoriale e che fanno male al Paese», aggiunge Montezemolo. A parlare è anche l'ex presidente e Ad di Fiat Cesare Romiti. Parole, quelle dell'ex manager, che rimettono in primo piano le presunte responsabilità dei vertici Fiat. «Quando un'azienda automobilistica interrompe la progettazione vuol dire che è destinata a morire», dice, commentando la decisione del Lingotto di 'congelarè il piano Fabbrica Italia e dopo il duro attacco di Della Valle a Marchionne e agli azionisti della casa torinese. «Uno dei principali colpevoli è il sindacato assente che, tranne la Fiom, non hanno fatto nulla» per contrastare le scelte del management, aggiunge Romiti...


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  24. CONTINUA...
    L'ATTACCO DI DELLA VALLE Dal mondo sindacale e politico arriva una richiesta quasi unanime: il governo non aspetti il 30 ottobre, quando con i dati del terzo trimestre la Fiat renderà noto il nuovo piano, ma convochi l'azienda per sapere subito le intenzioni sugli investimenti e sugli stabilimenti italiani. Chi non perde tempo invece a far sapere come la pensa, è il patron della Tod's Diego Della Valle, che scaglia contro i vertici di Torino, Marchionne ed Elkann, accuse pesantissime: la colpa, dice, è vostra. Intanto il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ribadisce che chiederà al Lingotto «tutti i chiarimenti» su Fabbrica Italia. Non parla di Italia invece lo stesso Sergio Marchionne che dagli Usa se la prende contro «i colleghi tedeschi, sordi sul nodo della sovracapacità produttiva in Europa», mentre riconosce alla Bce di avere allentato i timori di una catastrofe in Europa. Il colpo più duro però, è quello di Della Valle, che se la prende con a.d. e presidente, definiti «furbetti cosmopoliti»: «il vero problema della Fiat - attacca - non sono i lavoratori, l'Italia o la crisi che sicuramente esiste: il vero problema sono i suoi azionisti di riferimento e il suo amministratore delegato. Sono loro che stanno facendo le scelte sbagliate». Contro il top manager del Lingotto anche la leader della Cgil, Susanna Camusso: «Marchionne ha avuto la produttività in più e non ha fatto nulla. L'accordo di Pomigliano è una barbarie». Parla invece di «scelta drammatica» il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: «Nessuno vuole il dirigismo, ma se il governo se ne occupasse non sarebbe sbagliato». Il comunicato con cui la casa torinese spiega che, a causa della grave crisi del mercato, il piano del 2010 è superato e promette «scelte responsabili» ribadisce un concetto espresso più volte da ottobre del 2011 da Marchionne. Eppure il fatto che la Fiat abbia ritenuto di dovere di nuovo mettere nero su bianco questa decisione ha determinato un notevole stato di agitazione: in tutte le fabbriche italiane, da Melfi a Torino, tutte duramente colpite dalla cassa integrazione, aumentano i timori sul futuro. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, cerca di gettare acqua sul fuoco e ricorda che il mercato dell'auto «è al lumicino». «La speranza - afferma - è che riprenda vivacità per riottenere una produzione capace di riassorbire tutte le persone che lavorano nel settore». sulla stessa lunghezza d'onda il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, per il quale «occorre resistere fino a metà del 2013» e fino ad allora la Fiat «può utilizzare contratti di solidarietà e cassa integrazione». L'Ugl invita «a uno sforzo comune per vedere oltre la crisi». «La crisi ha aggravato le debolezze del piano Fabbrica Italia che non è mai veramente partito. È stato solo usato per dividere i lavoratori e i sindacati», sostiene Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. Fuori dal coro Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato Fismic: «non c'è bisogno di alcun intervento di Monti o dei suoi ministri. Marchionne ha ribadito che comunicherà le sue scelte a fine ottobre. Nessuna novità, nessun cambiamento».

    DOLCE,GIOO

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  25. BELLA DONNA...

    30 ANNI FA MORIVA GRACE KELLY, PRINCIPESSA
    E DIVA DALL'ETERNA BELLEZZA ---
    Venerdì 14 Settembre 2012 - 16:20
    di Isabella Pascucci

    ROMA - In tanti vorrebbero che questo fotogramma avesse fermato il tempo. Che Grace Kelly fosse rimasta così per sempre, imprigionata nella bellezza perfetta dei suoi vent'anni, in questa scena di Caccia al Ladro, girata proprio lungo la strada in cui la principessa di Monaco troverà la morte il 14 settembre del 1982. Esattamente trent'anni fa.
    Lo vorrebbe chi ha ammirato il suo talento, l'espressività spontanea, la flessuosità dei suoi movimenti e l'immediatezza delle declinazioni del suo volto nei film che l'hanno resa celebre. Chi ha sognato, nello splendore della sua figura, dell'abito di pizzo e del bouquet di mughetti, la favola di una principessa dei nostri tempi. Chi è rimasto abbagliato e affascinato da una bellezza senza eguali, dalla luce, dalla raffinatezza e dalla grazia dell'inimitabile Grace Kelly.

    NASCE UNA STELLA. Statunitense di nascita, Grace Patricia Kelly era nata a Filadelfia il 12 novembre 1929, figlia terzogenita di John Brendan Kelly Senior, un milionario fattosi tutto da solo e asso del canottaggio, e di Margaret Majer, crescendo in seno ad una delle famiglia più in vista della città.
    Suo zio George Kelly, poi, era uno stimato commediografo, vincitore di un premio Pulitzer e pare sia stato proprio il feeling con il fratello del padre ad avvicinare la giovane Grace al mondo della recitazione.
    Prima gli esordi come indossatrice, all'età di 22 anni, poi una parte nel film La quattordicesima ora (1951) e di lì ad un anno il ruolo di co-protagonista, a fianco di Gary Cooper, in Mezzogiorno di fuoco (1952).
    Seguì Mogambo (1953), insieme a due mostri sacri come Clark Gable e Ava Gardner, che gli valse la nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista.

    MUSA DI HITCHCOCK. Ma il grande capitolo della sua storia di attrice si sarebbe aperto di lì ad un anno, con la trilogia di pellicole in cui fu diretta dal geniale Alfred Hitchcock che amava definirla, laconicamente ed eloquentemente, Ghiaccio bollente.
    Il ruolo accattivante ed ingenuo della moglie infedele ne Il delitto perfetto (1954), la strabiliante interpretazione della desiderata ed inarrivabile Miss Lisa Carol Fremont nel capolavoro assoluto La finestra sul cortile (1954) e poi, nel 1955, di nuovo a recitare per il maestro del brivido nell'emozionante Caccia al ladro (1955), prodiga di voluttuosi baci al Gatto-Cary Grant.
    Ma proprio sul set di questo film che qualcun altro rubò per sempre a Grace un po' del suo futuro: girato nel Principato di Monaco e in alcune località della Costa Azzurra, l'impegno cinematografico consentì alla Kelly di conoscere il principe Ranieri di Monaco, suo futuro marito. Il regale consorte, infatti, le avrebbe chiesto un supremo sacrificio: l'addio definitivo alle scene e alla dorata atmosfera di Hollywood.
    Hitchcock tentò inutilmente di convincere Grace, nel 1964, ad essere la sua Marnie (1964), ruolo poi interpretato da Tippi Hedren.
    Ma la Kelly rimase fedele alla sua promessa e continuò a rifiutare i copioni che le venivano inviati di continuo dai registi di tutto il mondo.
    Nel 1955 fece ancora in tempo a vincere un Oscar, come miglior attrice protagonista per La ragazza di campagna (1954) e a recitare al fianco di Alec Guinness in Il Cigno (1956), fino al suo ultimo ciak, quello per Alta società (1956).

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  26. COTINUA...

    LE NOZZE E L'ULTIMO VIAGGIO. Dal matrimonio con il principe Ranieri, le nozze da favola celebrate il 18 aprile 1956, nacquero i principi Carolina (1957), Alberto (1958) e Stephanie (1965), che era con lei a bordo della Rover Sd1 che si schiantò lungo la strada per Turbia nel comune di Cap d'Ail, uccidendo Grace di Monaco: due emorragie cerebrali, un giorno di agonia e poi la morte.
    Pare che, diversamente dal solito, la principessa avesse congedato l'autista per guidare da sola la propria auto: i sedili posteriori erano occupati dall'abito che la Kelly avrebbe dovuto indossare per presenziare ad un ricevimento.
    Ma c'è anche chi ipotizzò che alla guida della vettura ci fosse proprio la giovane Stephanie, rimasta pressoché illesa nello schianto.
    In non molti sanno che, poco prima della morte, Grace Kelly aveva iniziato a lavorare ad un nuovo film, Rearranged di Robert Dornhelm, ventisei anni dopo la sua ultima apparizione sul grande schermo: la promessa era stata infranta e la terribile maledizione dei Grimaldi si era abbattuta su di lei.
    Ma né la la maledetta curva verso Cap d'Ail né le leggende noir possono rubare la memoria indelebile del suo ingresso, in una nuvola di tulle, con il corpetto nero e attillato dell'abito e la gonna a ruota, ampia e vaporosa, nel salotto di James Stewart in The real Window, con quel bacio senza voce che risveglia il fotografo Jeffries dal suo riposo sonnolento, ed il suo sorriso radioso, incorniciato discretamente dal collier e dagli orecchini di perla...

    DOLCE,GIOO

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  27. RABBIA BELEN, GUERRA A CORONA: "PAGA
    LE MULTE CHE HAI PRESO CON LA MIA AUTO"...

    Venerdì 14 Settembre 2012 - 12:00

    MILANO - " Lo saluterei", indirettamente Belen Rodriguez risponde all'intervista rilasciata da Fabrizio Corona, in cui l'ex la "dipingeva" in crisi economica: "E soprattutto - ha dichiarato a "Vanity Fair" - gli direi di muoversi a pagarmi tutte le multe che ha preso con la mia macchina". La crisi, confessa, si è fatta sentire: "Guadagno molto bene, ma c'è stata una grande riduzione dei cachet in Tv. Anche noi dello spettacolo la soffriamo".
    Fidanzata con Stefano De Martino ("Ma non ho 50 anni, mica sono Jennifer Lopez che sta con il ballerino ragazzino. Io e Stefano abbiamo solo 4 anni di differenza, non li sento e sono troppo pochi per definirlo toy-boy. Sono una tosta, non riuscirei mai a stare con uno che non sa portare i pantaloni per bene"), confessa di essere una "comodona" fra le quattro mura domestiche: " Non voglio fare quella semplice, ma in Tv e negli eventi porto solo tacchi, sono in tiro, quindi appena a casa mi metto comoda. Anche perché mi dovrei tagliare i piedi, se no, a fine giornata".

    dolce,gioo

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  28. Fiat, governo vuole un vertice Fornero, l'intervista
    Camusso: "L'azienda ha preso in giro il Paese"
    Bersani: "Spettacolo poco simpatico", Alfano: "Brutte notizie"
    Cota a Tgcom24: "Non si può trattare così tutta Torino"
    L'attacco di Della Valle a Marchionne: "Il problema è lui"
    Fiat, governo vuole un vertice Fornero, l'intervistaCamusso:
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    Fornero: "Discutere del futuro occupazionale del gruppo interessa non solo agli azionisti ma anche a tutti i lavoratori"
    Dopo il duro attacco a Marchionne da parte di Della Valle sul futuro della Fiat in Italia, interviene anche il governo. Il ministro Fornero vuole approfondire con l'a.d. cosa abbia in mente per i suoi piani di investimenti per l'occupazione in questo Paese. Ai nostri microfoni: "Il problema non è circostritto a Torino". Per Passera "è giusto, importante ed urgente fare chiarezza al più presto possibile al mercato e agli italiani".

    Cota a Tgcom24: "Non trattare così Torino"
    Fiat, Della Valle attacca Marchionne
    Esodati, Camusso ancora all'attacco...

    DOLCE,GIOO

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  29. Berlusconi: è l'ora di dare al Paese una guida
    "Io in campo? Dipende dalla legge elettorale"
    In attesa di imbarcarsi per una crociera, il leader del Pdl auspica un intervento per rendere l'Italia governabile e avverte: "Basta con questa politica, che ci porta alla recessione"
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    21:03 - Silvio Berlusconi sottolinea che la sua eventuale candidatura alla premiership dipenderà "dalle condizioni che si verificheranno, da quale sarà la legge elettorale". Lo ha detto arrivando a Venezia prima di imbarcarsi in crociera. E' necessaria "una guida che sia effettivamente tale, che possa intervenire per rendere, attraverso il cambiamento della Costituzione, governabile il Paese".
    Bisogna inoltre, ha ripreso il leader del Pdl, che "non prosegua questa politica che ci porta irreversibilmente verso la recessione". Berlusconi ha poi osservato che in questo momento "c'è una situazione molto confusa, molto frazionata, quindi stiamo guardando allo sviluppo di questa situazione".

    "Ma è chiaro - ha affermato - che quello a cui dobbiamo puntare è di avere una consapevolezza da parte di tutti gli italiani sulla necessità di dare al Paese una guida che sia effettivamente tale".

    "Faremo ciò che è nell'interesse del Paese"
    "Io credo - ha poi aggiunto - che sia giusto da parte mia, da parte della mia forza politica, stare a guardare quali siano gli eventi e poi di fare ciò che sarà più conveniente, ma sempre nell'interesse del Paese".

    dolce,gioo

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  30. Visco: "Non dobbiamo abbassare la guardia"
    Grilli: "Non servirà una manovra correttiva"
    Il governatore di Bankitalia avverte che, nonostante la ripresa in vista, restano fattori negativi
    foto LaPresse
    15:22 - Le stime per una ripresa nel 2013 "restano" ma occorre essere "molto cauti e prudenti, non illuderci troppo e creare aspettative". Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco secondo cui i fattori positivi dell'azione Bce e dell'Ue saranno compensati "da fattori negativi come ad esempio le tensioni in Medio Oriente". Ma d'altro lato il ministro dell'Economia Vittorio Grilli assicura: "Non servirà una manovra aggiuntiva".
    L'Italia, riprende Visco, ha una situazione "di sostenibilità" dei conti pubblici ma questo "non vuole dire abbassare la guardia". E mette in chiaro che in questa fase i conflitti politici "devono essere ben meditati" poiché se "sono molto forti" possono avere "effetti incerti" sui mercati. Il governatore di Palazzo Koch non ha però voluto quantificare gli effetti sullo spread e l'economia dell'incertezza politica in vista delle elezioni.

    Grilli: "Nessuna manovra"
    A chi gli chiedeva se il peggioramento del ciclo possa portare il governo a varare una correzione dei conti, Grilli ha risposto che il nostro Paese "non ha bisogno di una manovra aggiuntiva". Questo però, ha precisato il ministro, "non significa che il ministero dell'Economia può andare in vacanza nei prossimi mesi. Il peggioramento della congintura avrà effetti sui saldi nominali, ma sugli obiettivi strutturali saremo in linea con gli obiettivi concordati con la Commissione Ue". Visco: domanda interna, continuano le difficoltà
    "Ci sono due elementi - ha intanto spiegato Visco, durante una conferenza stampa a Nicosia sulle previsioni per l'economia nei prossimi mesi -: la ripresa più tardi del previsto dipende dal momento in cui è stata prevista e da chi l'ha prevista, ma, di fatto, ci sarà un mantenimento delle condizioni difficili per la domanda interna per un certo periodo".

    Tuttavia, è la previsione del governatore di Bankitalia, "sicuramente se permane questo allentamento delle condizioni restrittive sui mercati, grazie all'intervento della Bce ed al proseguimento delle azioni comuni da parte delle autorità dell'Unione, questo avrà effetti positivi, riducendo l'incertezza e buttando giù i costi".

    In parallelo, però, ha osservato Visco, "a livello globale abbiamo un peggioramento della situazione nei Paesi emergenti, un mancato progresso negli Stati Uniti e le tensioni molto negative in Medio Oriente", quindi "ci sono fattori negativi che controbilanciano quelli positivi". Ma tutto questo non esclude che "nel corso dell'anno prossimo immagino una ripresa: abbiamo avuto tre trimestri negativi e ne avremo ancora uno", ha osservato, ma questa discesa "si esaurisce man mano che gli effetti del risanamento complessivo hanno luogo"...

    dolce,gioo

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  31. ILVA, I CUSTODI: "SPEGNERE GLI IMPIANTI".
    A TARANTO 10% DI MORTALITÀ IN PIÙ -

    Lunedì 17 Settembre 2012 - 22:07

    TARANTO - Domani il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, consegnerà alla Procura di Taranto e al gip Patrizia Todisco un piano di interventi immediati su alcuni impianti sequestrati del Siderurgico, ma nel frattempo i tre ingegneri-custodi giudiziari non danno tregua. Con una direttiva che fa seguito a quella consegnata loro venerdì scorso dalla Procura nella quale si sottolineava che l'area a caldo del Siderurgico non può produrre, oggi hanno disposto la fermata di alcuni impianti 'sigillatì dal 26 luglio scorso. Con la direttiva odierna i custodi ordinano il completo rifacimento delle batterie 3,4,5,6,9,10 delle cokerie degli altiforni, lo spegnimento delle torri che vanno dalla numero 1 alla numero 7, eccetto la torre 2, e lo spegnimento degli altoforni 1 e 5, a cominciare subito dal primo, oltre allo stop dell'acciaieria 1, all'adeguamento dell'acciaieria 2 e al rifacimento del reparto 'Gestione materiali ferrosì (Grf). Secondo fonti sindacali, la disposizione prevede anche che il personale in esubero, in conseguenza della fermata degli impianti, venga ricollocato nelle operazioni di bonifica. Quanto tutto questo potrà conciliarsi con il programma di interventi che ha in mente l'azienda lo si potrà capire tra poche ore. A quanto si è saputo, i lavori di ammodernamento ambientale degli impianti finiti sotto sequestro dovrebbero partire dall'altoforno 1 e da alcune delle 10 batterie per coke in funzione, le più inquinanti. Per l'altoforno 1 verrebbe anticipata di alcuni mesi la fermata, già programmata per manutenzione. Un secondo programma di interventi dovrebbe partire invece dopo la chiusura della procedura per l'ottenimento della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Domani alle 15 Ferrante illustrerà i movimenti dell'azienda ai sindacati; un'ora dopo li renderà pubblici alla stampa. Ma anche le associazioni ambientaliste non danno tregua all'azienda siderurgica. L'Ilva continua ad inquinare nonostante non abbia la facoltà d'uso degli impianti, ha ribadito oggi Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus. E a sostegno di quanto affermato, parla di un video notturno realizzato dal quale emergerebbero «anomale emissioni dai camini» del Siderurgico. Grazie all'occhio elettronico di una potente telecamera ad infrarossi, Matacchiera sostiene di aver intercettato il proseguimento della diffusione di fumi e polveri sulla città. L'azienda appare più che mai alle strette nel dover prendere decisioni e mettere mano al più presto agli impianti inquinanti...

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  32. MORTALITÀ ELEVATA Animata discussione del ministro dell'ambiente Clini con una giornalista a Conversano, in provincia di Bari dopo alcune domande inerenti la vertenza ambientale di Taranto. «Questo eccesso di mortalità a Taranto di cui si parla non trova riscontro nei dati ufficiali ma questo non fa comodo a quelli che fanno propaganda e strumentalizzano le morti per avere ragione politicamente; queste persone non hanno il diritto di parlare, non hanno dignità».
    Il ministro riporta alcuni dati sulla mortalità per tumore pubblicati dall’Istituto superiore di sanità e dall’osservatorio dei tumori della Puglia i quali proverebbero che «la mortalità per tumore della città di Lecce è superiore a quella di Taranto». Poi continua Clini: «Questi signori trovano facile parlare e sparlare senza sapere di cosa parlano queste persone sono una rovina per il nostro paese e non aiutano l’ambiente».
    Il fuoriprogramma è stato postato su YouTube e sta facendo il giro del web.

    CLINI: «INVESTIMENTI PER 400 MILIONI» L'Ilva ha confermato l'intenzione di rimanere nell'area produttiva di Taranto, e l'investimento di 400 milioni di euro per il risanamento; una spesa per il risanamento tutta a carico dell'azienda, investimenti privati, senza aiuti pubblici. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, in conferenza stampa alla Stampa Estera.

    «VERIFICARE CAUSA-EFFETTO» I dati del progetto Sentieri dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) partono da «ipotesi che hanno bisogno di verifica; ci sono margini di incertezza sul rapporto causa-effetto della mortalità per tumori della popolazione di Taranto». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, in conferenza stampa alla Stampa Estera.

    NUOVI DATI LO SMENTISCONO I nuovi dati del progetto Sentieri dell'Istituto superiore di sanità relativi al periodo 2003 -2008 sull'area di Taranto confermano un aumento della mortalità di circa il 10% rispetto a quella attesa. La relazione verrà presentata domani al ministero della salute alla presenza del ministro Renato Balduzzi.
    I dati riconoscono un nesso sospetto ma non accertato di causalità con le emissioni degli stabilimenti di Taranto. La ricerca fa parte del progetto che ha studiato il profilo di mortalità delle popolazioni residenti nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (circa 60 in Italia) misurando l'impatto sulla salute di quelli contaminati come appunto l'area di Taranto. Dalla relazione, secondo quanto si apprende, l'eccesso di mortalità sarebbe vicino a quello rilevato dal precedente riferito agli anni 1995-2002.

    dolce,gioo

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  33. LUSI, IDEA 'PARCO MAZZETTE' CON I 5 MILIONI
    CHE LA MARGHERITA RESTITUISCE ALLO STATO...

    Lunedì 17 Settembre 2012 - 21:00

    NAPOLI - Che fare con i primi 5 milioni di euro restituiti dalla Margherita allo Stato italiano? Si tratta di una parte di soldi che l'ex segretario Lusi - secondo l'accusa - avrebbe sotratto al partito e, quindi, ai contribuenti italiani. Il solito, ennesimo scandalo dei fondi pubblici. Vale forse la pena di ricordare un curioso precedente, probabilmente unico nel suo genere, avvenuto a Napoli. Anno 1994, impazza la Tangentopoli partenopea: l'ex deputato Dc Alfredo Vito, conosciuto come Mister 100mila preferenze per la valanga di preferenze raccolte alle elezioni, si pente e confessa e proprie colpe, restituendo 4 miliardi e mezzo di lire (in mazzette) ai giudici. Somma che viene girata per risarcimento al Comune di Napoli, guidato dall'allora sindaco Antonio Bassolino. Che ha un'idea: destinare i soldi "sporchi" per realizzare qualcosa di "pulito", un parco pubblico. Nasce così il "Parco Mazzette", alla periferia orientale della città, con tanto di delibera e insegna provocatoria all'ingresso per ricordare - spiegò Bassolino -. Alla fine il Parco Mazzette è stato realizzato ma è stato intitolato all'attore Massimo Troisi. Eppure per tantissimi napoletani era e resta la zona verde realizzata con il "fondo clientele". Anche quei 5 miliioni di euro che ora tornano allo Stato rappresentano una goccia nel mare della crisi e del mare di soldi intascati illecitamente: ma copiare Napoli, forse, non è proprio un cattivo esempio....

    dolce,gioo

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