giovedì 25 ottobre 2012

un passato che ritorna...o un ritorno al futuro?

CIAO A TUTTE! Mi piace questa foto doppia di Ale e Costa...ovviamente non certo del periodo d'oro...qui Ale emana classe e raffinata malinconia...Costa ha uno sguardo intenso ma non da sbruffone o tamarro.
INSISTO UN ATTIMO SU QUESTA EX--COPPIONA...i "fidanzati d'Italia" ......infatti da qualche settimana si susseguono tam-tam---GOSSIPARI MEDIATICI MOLTO STRANI, sia su internet, che nei blog, che sui rotocalchi. Si è iniziato con il bombardamento a tappeto sulla presunta seconda gravidanza di Ale, poi smentita da Ale stessa su Twitt e Fb...E ONESTAMENTE NON MI PAREVA CHE UNA GRAVIDANZA DI ALE FOSSE POI COSI' IMPORTANTE!!!!!!    ormai Ale era quasi  ritornata a livello di una tranquilla signora borghese come tante altre, si era auto--eliminata  dal mondo dello spettacolo...e anche prima, siamo sinceri,  non è che avesse fatto molto per passare ai posteri. Poi   quasi a ruota, c'è stato la stranissima levata di scudi di Costa contro Daniele Interrante...suo ex amicone  e "fratello"...un attacco diretto e pesantuccio SENZA ALCUN MOTIVO VALIDO CONTINGENTE, fatto in una intervista ufficiale su un rotocalco,  con la immediata e perfino ovvia replica di DANIELE ...uno scambio di accuse e controaccuse fondate sul NIENTE, sull'aria fritta...che però ha foraggiato i gossipari per parecchi giorni.   Poi su DIPIU' alcune FORTI AFFERMAZIONI DI COSTA...SOPRATUTTO PER QUANTO RIGUARDA ALESSANDRA..." probabilmente non l'ho mai veramente amata"..." non era finzione tv ma non mi ha mai fatto battere il cuore" ..."  ho amato più intensamente Linda , in maniera più completa"...POI IL RIVANGARE QUESTIONI ABBASTANZA DELICATE COME IL COLLOQUIO SEGRETO CON MARIADEFILIPPI E ALE STESSA NEL 2008....e mi ha un pò sorpreso quanto queste dichiarazioni hanno trovato eco nei vari siti ed altri roto, come STAR TV...ormai, in teoria, dovrebbe essere roba bollita e superata .
e ancora...perchè in una intervista del 2012, in un periodo in cui Costa avrebbe di che parlare di cose più recenti...come Mariateresa Francville, il suo impegno in radio, il suo talent-show che dovrebbe partire , IL GIORNALISTA INVECE TORNA A RIESUMARE LA EX--SUPERCOPPIA????( con  Ale definita  ripetutamente nei roto e in internet la ex--fidanzata di Costantino?)
A me, il tutto mi puzza come un pesce andato a male....ci vedo una strategia ben precisa...forse si sta preparando il terreno al ritorno di qualcuno ...che potrebbe essere Ale per es( stanca di fare solo la moglie e  la mamma ) .....oppure un tentativo di Maria, che sa manovrare  i media per i suoi scopi,  direttamente o indirettamente ( non sarebbe la prima volta) ,   tentativo rivolto ad appropriarsi di uno scoopone eclatante ...quale potrebbe essere per es. l'arrivo di Ale e Costa a una puntatona --revival a ued( progetto di Maria di cui si vocifera da tempo...)
Cmq sia, RESTA EVIDENTE IL FATTO CHE PER I MEDIA E QUINDI PER UNA FETTA SIGNIFICATIVA DEL GRANDE PUBBLICO...LA COPPIA ALE---COSTA E' RIMASTA NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO...E "TIRA" ANCORA...staremo a vedere in seguito...secondo me ci saranno altre puntate.
ciao, Roberto .

17 commenti:

  1. CIAO RAGAZZE E BUON POMERIGGIO


    ciao roberto ho letto il tuo post adesso ritornano ale e costa , ho impressione che ale si e' staccata di fare la mamma e la moglie e vorrebbe ritornare a lavorare mah mentre costa ha fatto il casino ahahah cioe' i litigi tra daniele e costa davanti al pubblico comunque vedremo se ale e costa ritornano in tv insieme ahahahah

    RispondiElimina
  2. NEL SITO LEGGO


    L'EUROPARLAMENTARE RONZULLI VOTA
    CON LA FIGLIA VITTORIA -FOTO

    ROMA - Dalle fasce al voto. Vittoria, la figlia dell'eurodeputata Licia Ronzulli, è ormai un habituè a Strasburgo. Ieri ha partecipato con la mamma a una delle votazioni ma non si tratta della sua prima volta. A quanto sembra la piccola sembra infatti molto soddisfatta di seguire la madre durante i suoi impegni europei e passa il tempo tranquilla a disegnare e appunto a votare. La Ronzulli il 22 settembre 2010 si era presentata a votare in Seduta Plenaria tenendo in braccio la figlia di appena 44 giorni per rivendicare maggiori diritti per le donne nella conciliazione tra vita professionale e familiare.

    RispondiElimina


  3. NEL SITO NEW GOSSIP

    Ecco la prima immagine del matrimonio di Justin Timberlake e Jessica Biel: guarda

    "People" ha pagato ben 300mila dollari per accaparrarsi le foto in esclusiva del matrimonio dell’anno, quello di Justin Timberlake e Jessica Biel, celebrato in Italia, nella pugliese Fasano. Nel numero della rivista in uscita il prossimo venerdì saranno pubblicati gli scatti tanto ambiti, mentre in Inghilterra saranno visibili su "Hello Magazine". In questo scatto in anteprima è però giá possibile dare una prima occhiata al vestito da sposa di Jessica, firmato da Giambattista Valli. Il resort che ha ospitato le nozze da 6 milioni di dollari, Borgo Egnazia, ha provveduto ad assicurare la privacy dei due sposini e dei loro invitati per tutto lo scorso weekend. La cerimonia vera e propria si è svolta infatti la sera di venerdí 19 ottobre, ma i festeggiamenti sono durati diversi giorni. Tra gli invitati anche i membri dell’ex boyband di Justin, gli ‘N Sync, l’amico e comico Andy Samberg, Lady Gaga e il produttore Timbaland.

    RispondiElimina
  4. Ci sono persone che dicono di essere libere perchè hanno scelto una vita alternativa a ciò che viene definito “normale”, senza particolari impegni, responsabili solo di loro stessi, fanno ciò che vogliono e vivono dove vogliono; si compiacciono della loro vita e si definiscono coraggiosi e in “gamba” per la loro scelta. Bene … buon per loro. E’ bello sentirsi liberi e fare la vita che più ci piace. Ma la libertà non è nel fare ciò che si vuole, vivere senza impegni e dove si vuole, ecc..; la libertà nasce nel nostro animo e si deposita nella nostra mente. La persona veramente libera lo è sempre, sia che faccia ciò che voglia o no, che anteponga se stesso o anteponga gli altri. Il dire di essere liberi perchè si vive una condizione esterna che aggrada non è libertà è solo un attaccamento a quell’idea di libertà. La libertà è una condizione interna e una persona lo è veramente quando non dice che lo è perchè vive in un certo modo ma lo è quando dice: “sono libero perchè lo sono dentro di me, nel mio animo e nella mia mente”. Si è liberi quando si è in grado di accettare una radicale inversione, non per scelta, della vita senza battere ciglia.

    L’Effimera

    RispondiElimina
  5. CIAO RAGAZZE E BUON SABATO


    RIPORTO ALCUNE COSE

    RispondiElimina

  6. NEL SITO LEGGO


    MELANIA REA, ERGASTOLO A PAROLISI.
    IL CAPORALE URLA: "SONO INNOCENTE -FOTO

    TERAMO - E' stato lui. Il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella non c'era nessun altro oltre a Melania e Salvatore. E ad uccidere la moglie con 35 coltellate, e' stato il caporalmaggiore Parolisi, l'addestratore di reclute con alle spalle missioni in Afghanistan e Kosovo. Mentre la loro bimba, 18 mesi, era in macchina. Dopo quattro ore di camera di Consiglio, il Gup di Teramo Marina Tommolini ha ritenuto valida la ricostruzione dell'accusa e ha condannato al termine di un processo con rito abbreviato Parolisi alla pena più dura, l'ergastolo. Fine pena mai.

    CRUDELTA'. Salvatore e' dunque colpevole di omicidio, aggravato dalla crudeltà, dal vincolo di parentela e dalla minorata difesa. Il Gip ha ritenuto le aggravanti prevalenti sulle attenuanti, e ha condannato il caporal maggiore ad una provvisionale complessiva di due milioni di euro: uno per la bambina, 500mila a testa per i genitori di Melania. Ma non solo: il Gup Tommolini ha anche tolto la patria potesta' a Salvatore: una pena che peserà forse quanto l’ergastolo visto che in questi mesi di carcere Parolisi ha ripetuto piu' volte di volersi aggrappare a sua figlia per andare avanti.

    LUI URLA. ''Sono innocente, sono innocente'' e' l'unica cosa che Salvatore ha detto ai suoi legali quando ormai ha capito che era finita. Ma non ha versato una lacrima, almeno non durante tutta l'udienza. Si e' invece lasciato andare ad un pianto dirotto, urlando la propria innocenza, mentre faceva rientro al carcere di Castrogno, alla periferia di Teramo. Quel giorno di aprile dell'anno scorso, dunque, Parolisi non si sarebbe mai recato con la moglie sul pianoro di Colle San Marco e non l'avrebbe mai vista allontanarsi subito dopo l’ora di pranzo per andare alla toilette, come ha sempre sostenuto, ma sarebbe andati direttamente nel bosco di Ripe di Civitella. Dove l'ha brutalmente uccisa, infierendo poi sul cadavere per depistare le indagini.

    RispondiElimina


  7. CONTINUA....


    MOTIVAZIONI. Cosa ha convito il giudice a condannare Parolisi lo si saprà entro 90 giorni, quando saranno depositate le motivazioni della sentenza. Ma contro di lui la procura aveva raccolto una montagna di indizi: dalle tracce di Dna sulle labbra e sull'arcata dentaria della donna ai 52 testimoni che dicono di non aver visto n‚ lui n‚ Melania nel prato di Colle San Marco. Fatto sta che quando il gup ha pronunciato la sentenza di condanna, Parolisi non era in aula. Lui, dicono i legali, voleva esserci e si è trattato solo di una “imprecisione del giudice”. Ma è un fatto che a chiederne la presenza è stato il padre di Melania, Gennaro. Ed è un fatto che quando il gup Tommolini ha fermato la lettura del dispositivo e ha chiesto alle guardie carcerarie di accompagnare Salvatore in aula, lui ha fatto sapere di non volere, visto che aveva ormai saputo il verdetto dal suo avvocato.

    LE REAZIONI. “Questa non è una vittoria, la nostra famiglia ha perso” sono state le parole piene di dignità e forza di Michele, il fratello di Melania, subito dopo la sentenza. I Rea hanno accolto il verdetto con un lungo abraccio: papà Gennaro, Michele, zii e cugini si sono stretti l'un l’altro e hanno pianto. Piangeva Gennaro, quando all'uscita dell'aula con un filo di voce ha detto “non ha vinto nessuno, non ha vinto nessuno”, e piangeva la zia Franca, “siamo usciti tutti sconfitti”. ''Siamo soddisfatti perché‚ la sentenza ha rispettato in pieno l'impianto accusatorio, nel quale abbiamo sempre creduto” ha commentato il procuratore capo di Teramo Gabriele Ferretti. Parole ribadite dall'avvocato della famiglia Rea, Mauro Giommi. ''Quando c’è una pena all'ergastolo e una persona che non c'è più non si può essere contenti. Ma siamo soddisfatti perch‚ la sentenza riconosce che il quadro indiziario era fondato''.

    RispondiElimina

  8. CONTINUA....




    SOLDATO. Annunciano battaglia invece gli avvocati di Salvatore. ''E' una situazione difficile ma andremo avanti: leggeremo le motivazioni e impugneremo la sentenza – dice l'avvocato Valter Biscotti – Salvatore èun soldato, un combattente e sa che bisogna combattere questa battaglia lunga e difficile. Ma ci sono diversi punti critici che siamo sicuri di poter superare negli altri gradi di giudizio''. Quando il cellulare della penitenziaria è uscito dal tribunale, Salvatore è stato salutato dai fischi dei teramani assiepati fuori dal tribunale. Forse non li avrà neanche sentiti, con in testa quella parola: ergastolo.

    RispondiElimina


  9. NEL SITO LEGGO


    MELANIA REA, IL FRATELLO SI SFOGA:
    "DIREMO TUTTA LA VERITÀ A VITTORIA"-FOTO


    ASCOLI PICENO - Giustizia è fatta ma non passa il dolore in casa Rea dopo la sentenza per Parolisi. «La famiglia Rea è soddisfatta perchè Melania ha avuto giustizia ma il nostro cuore è straziato». Così il fratello Michele Rea che aggiunge: non ci sono vincitori perchè ad essere stato condannato è stato il marito di mia sorella e il padre della piccola»

    LO SFOGO DEL FRATELLO «L'ergastolo a Salvatore Parolisi è stato un atto di giustizia per tutta l'Italia». È il pensiero di Michele Rea, fratello di Melania uccisa nel teramano con 35 coltellate dal marito Salvatore Parolisi, ieri sera condannato all'ergastolo dal gup Marina Tommolini. Il fratello di Melania poi chiesto di poter ringraziare attraverso l'Adnkronos «tutti gli amici, i giornalisti, soprattutto i tanti cittadini che non abbiamo mai conosciuto per la grande solidarietà che ci stanno dando da quando Melania è stata uccisa. E fino a ieri sera quando il gup di Teramo ha emesso la sentenza. C'è un signore che ci chiama spesso da New York per dirci una parola d'affetto e anche ieri sera è stato tra i primi a telefonarci per esprimere la propria soddisfazione per la condanna all'ergastolo di Parolisi. Anche il sindaco di Folignano (Ascoli Piceno) dove Melania viveva ci ha telefonato per solidarizzare con noi. È stato l'unico rappresentante delle istituzioni a farlo», ha proseguito Michele Rea.
    «Un giorno la piccola Vittoria saprà come è morta la madre. Saprà che è stato il padre, Salvatore Parolisi ad ucciderla. Il giorno in cui le racconteremo la verità sarà per noi un grande dolore, inferiore soltanto alla morte di mia sorella Melania». Lo ha detto all'Adnkronos Michele Rea, fratello di Melania uccisa con 35 coltellate il 18 aprile dell'anno scorso. Per questo omicido ieri sera è stato condannato all'ergastolo con il rito abbreviato dal gup di Teramo Marina Tommolini, il marito della donna, Salvatore Parolisi, ex caporal maggiore dell'Esercito. «Adesso dovremo preparare Vittoria per anni e con l'aiuto di persone qualificate a dirle la verità sulla scomparsa della mamma. Ma lei chiede sempre di sua madre, ogni giorno. Mia madre, che la sta accudendo già da oltre un anno e mezzo le dice con tutta la dolcezza possibile che Melania è in cielo. Ma la verità è un'altra cosa e quando gliela diremo sarà un giorno molto brutto che riacutizzerà una ferita che comunque non si chiuderà mai», dice ancora Michele Rea. La piccola Vittoria aveva un anno e mezzo quando la madre fu uccisa, da Salvatore Parolisi, in base alla sentenza emessa ieri sera dal gup Tommolini. Dieci giorni fa la bambina ha compiuto tre anni, festeggiata in casa dalle uniche persone che le sono rimaste: nonna Vittoria, nonno Gennaro e zio Michele.

    RispondiElimina


  10. CONTINUA.....


    SALVATORE CI DICA PERCÈ LO HA FATTO Ribadisce che quello che è successo è «una sconfitta per tutti». Oggi, il giorno dopo la condanna all'ergastolo per Salvatore Parolisi, il papà di Melania, Gennaro Rea, all'omicida nonchè marito di sua figlia chiede questo: «Si ravveda, parli, ci dica perchè lo ha fatto».
    Alla piccola Vittoria «racconteremo la verità, la storia più simile alla verita». Michele Rea, fratello di Melania non ha dubbi in merito, «lo faremo con l'aiuto degli esperti». «Cosa le abbiamo detto? Che il papà è un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive», ha aggiunto.

    RispondiElimina
  11. CONTINUA....

    LE REAZIONI La giornata della famiglia Rea era iniziata con le parole sagge ma amare di papà Gennaro che con una battuta destinata a restare aveva detto, in attesa della sentenza: «Comunque vada sarà sempre un incubo». Erano saliti a Teramo, da Somma Vesuviana, in molti questa volta; non solo il papà e il fratello Michele, ma anche gli zii e i cugini di Melania. Una famiglia, toccata brutalmente dalla sorte, che, subito dopo la lettura della sentenza che ha condannato Salvatore Parolisi all'ergastolo come assassino della moglie Melania, si è sciolta in un grande abbraccio tra tutti loro. Il papà ha poggiato la testa sulla spalla dell'avvocato Mauro Gionni e ha versato lacrime liberatorie, insieme ai familiari, ma anche piene di dolore: «Non ha vinto nessuno, non ha vinto nessuno», ha ripetuto più volte.
    A un anno e mezzo dalla morte di Melania sono le parole mature di Michele a dare il senso di una vicenda: «Sì siamo soddisfatti - ha detto il fratello appena fuori il tribunale - perchè la famiglia Rea ha ottenuto giustizia. Ma il nostro cuore è straziato non solo perchè Melania non c'è più, ma anche perchè per il suo omicidio è stato condannato il marito e il padre della figlia di mia sorella. In tutta questa storia non ci sono vincitori», ha garantito Michele. Per tutta la giornata la famiglia Rea aveva continuato a ripetere che ora la loro attenzione sarà tutta rivolta proprio alla bambina, e la terribile sentenza del giudice, Marina Tommolini, che oltre all'ergastolo ha privato Salvatore Parolisi della patria potestà, conferma che ora gli sforzi dei nonni e degli zii saranno tutti per la piccola che oggi ha tre anni. In queste settimane, in tutte le udienze la famiglia Rea aveva sempre dimostrato fiducia nel lavoro del pm Davide Rosati e la parola ergastolo, per quanto brutale, è per loro la logica conclusione di una vicenda.
    E, come loro, forti delle convinzioni, anche le centinaia di persone che fuori dal tribunale di Teramo ha accolto con fischi il cellulare che riportava Salvatore nel carcere di Castrogno a Teramo, e applausi invece per tutta la famiglia quando è andata via all'interno dell'auto dell'avvocato Gionni. Applausi che coprono solo in superficie tutto il dramma che c'è dietro. Ora viene il difficile, e non si tratta di lottare in appello per confermare la sentenza, o per farsi rimborsare il milione di euro comminato nella sentenza dal giudice Tommolini.
    Ora viene il difficile, crescere una bambina «senza padre e senza madre», come ha detto il legale Gionni il quale pur in un'importante giornata di soddisfazione personale, ha commentato anche lui con grande afflizione il primo capitolo della vicenda Melania, quello che si è concluso con l'ergastolo odierno.

    RispondiElimina

  12. CONTINUA....

    IL SINDACO DI FOLIGNO Nessun commento ufficiale dal 235/o Reggimento Piceno alla sentenza del gip di Teramo Marina Tommolini che ha condannato all'ergastolo Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie, Melania Rea. Un silenzio in coerenza con la linea tenuta dai vertici della caserma dove Parolisi lavorava come istruttore delle soldatesse. Parla con i cronisti invece il sindaco di Folignano (Ascoli Piceno) Angelo Flaiani, il paese della cintura ascolana in cui Melania, Salvatore e la piccola figlia vivevano. «Dal punto di vista della sentenza era quello che tutti pensavano, non c'è sorpresa - dice a caldo Flaiani -. Stupisce eventualmente l'ergastolo, ma evidentemente il giudice ha riconosciuto che c'erano gli estremi per una pena così grave. Faccio i complimenti a chi ha svolto le indagini sia ad Ascoli che a Teramo. Fin dall'inizio sono andate per il verso giusto». Il primo cittadino di Folignano esprime anche «vicinanza alla famiglia Rea, personalmente e come sindaco». «Una famiglia in gamba che avrà il difficile compito di gestire questa vicenda. Mi rendo conto che non sarà facile spiegare alla piccola Vittoria tutto questo. Faranno certamente del loro meglio, d'altronde hanno dimostrato grande spessore e forza interiore». Un pensiero naturalmente va alla memoria di Melania: «Una donna non solo tradita dal marito, ma che ha subito anche un tradimento molto più grande, uccisa dall'uomo che amava. Questo nonostante sia stata una moglie e una madre irreprensibile. La sua vita è stata passata al setaccio nelle indagini e si è visto che era attaccatissima al marito e alla figlia. Non meritava questa fine» conclude Flaiani.

    RispondiElimina


  13. NEL SITO LEGGO


    STANOTTE TORNERÀ L'ORA SOLARE, LANCETTE
    INDIETRO DI 1 ORA: SI DORMIRÀ 60 MINUTI IN PIÙ

    ROMA - Torna l'ora solare. Alle 3 di questa notte si dovranno spostare un'ora indietro le lancette dell'orologio e si dormirà quindi per sessanta minuti in più: sonno che si «perderà» di nuovo nella notte tra il 29 e il 30 marzo del 2013, quando tornerà l'ora legale. Nei circa sette mesi (l'ora legale è scattata il 25 marzo scorso) in cui l'ora legale è stata in vigore, l'Italia ha risparmiato 102 milioni di euro, grazie ai minori consumi di elettricità per 613 milioni di kilowattora, un valore pari al consumi medio annuo di 205mila famiglie.

    RispondiElimina

  14. Credi alla forza dei tuoi sogni e loro diventeranno realtà.



    Sergio Bambarén, Onda Perfetta

    RispondiElimina

  15. ADESSO IO VI SALUTO


    CIAO RAGAZZE VIKINGHE E ROBERTO

    RispondiElimina
  16. Si cura il cancro col bicarbonato e muore
    Denunciato medico italiano (radiato) in Albania
    La vittima aveva una neoplasia cerebrale, deceduto dopo le prime fiale della cura "miracolosa" offerta alla famiglia per 20mila euro
    07:27 - E' morto a 27 anni dopo una terapia a base di bicarbonato di sodio per curare un tumore al cervello. E' quanto ha denunciato alla magistratura la famiglia di Luca O., un giovane catanese morto il 18 ottobre scorso in una clinica privata di Tirana dove era ricoverato "per sottoporsi alla terapia indicata dal medico Tullio Simoncini al di là di ogni medicina tradizionale", spiega il legale della famiglia.
    Medico già radiato in Italia
    Le indagini si stanno svolgendo anche a Tirana: "Abbiamo avviato un ampia inchiesta, sia sul medico italiano e i suoi assistenti albanesi, sia sull'ospedale" che aveva ospitato il giovane catanese, ha spiegato un alto funzionario della polizia albanese. Le stesse fonti hanno fatto sapere che Simoncini, radiato dall'Ordine dei medici in Italia e già in passato al centro di casi di cronaca per le sue terapie alternative, si troverebbe ancora in Albania.
    Simoncini è stato già in passato al centro di casi di cronaca e si dice convinto che il cancro sia un fungo, che possa essere trattato con sistemi alternativi rispetto alle terapie tradizionali. Il giovane Luca, cui nel giugno scorso era stato diagnosticato un tumore al cervello, era stato accompagnato a Tirana dai suoi genitori. In Italia, infatti, la pratica seguita da Simoncini è vietata.

    Cura "miracolosa" da 20mila euro
    Ai famigliari era stato detto dallo specialista - si legge nella denuncia depositata sia a Tirana che presso al Procura della Repubblica di Roma - che attraverso la terapia a base di bicarbonato di sodio "le possibilità di sconfiggere il tumore erano del 70% a fronte di un rischio clinico di trombosi e infezione di circa il 2%". Prezzo della prestazione, da corrispondere in contanti - è scritto nella denuncia - "20mila euro".

    Vomito e spasmi sin dall'inizio
    Dopo le prime sette fiale di bicarbonato - si legge ancora nella denuncia - Luca comincia a rimettere e ad avvertire forti mal di testa che convincono Simoncini a sospendere la terapia che sarebbe stata ripresa dopo due giorni. Poco dopo l'infusione della restante terapia a base di bicarbonato, il giovane ha accusato gli stessi disturbi, aggravati dall'insorgere di violenti spasmi muscolari. A quel punto un medico albanese decide autonomamente di somministrare una flebo di valium. Le condizioni di Luca, però, precipitano e viene trasferito nel vicino ospedale "Madre Teresa" dove muore dopo pochi minuti.

    La vicenda è ora all'esame della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sulla morte del giovane."E'una storia allucinante - dice Francesco Lauri, avvocato della famiglia - in cui una terapia del tutto sprovvista di validità scientifica a livello nazionale, viene praticata - dietro preventivo pagamento di 20mila euro - irresponsabilmente in strutture non in grado di affrontare un'emergenza. Ci auguriamo che le autorità albanese conducano le appropriate indagini in parallelo con la Procura di Roma"...

    dolcissima,gioo

    RispondiElimina
  17. Troppi seni nello spot anti cancro: polemiche

    Doveva essere uno spot per invitare le donne a fare un controllo al seno e prevenire il tumore. Invece è diventato motivo di polemica tra le femministe. Colpa di una pubblicità cilena che ha scelto di usare una carrellata di seni e un claim alquanto ambiguo: "Se lo ami, prenditi cura di loro". Secondo i detrattori lo spot è maschilista e, appunto, anziché attirare le donne fa l'opposto. Altri invece seguono il solito motto de "l'importante è che se ne parli"....

    dolcissima,gioo

    RispondiElimina