CIAO A TUTTE ! prima di riportare un racconto , ho deciso di scrivere qualcosa di un po' personale nella mia vita sulla tradizione della Sardegna, dove sono nata e cresciuta .
La notte del 1 novembre, nella mia famiglia facevano la cena per i morti : ero una bambina curiosa e dicevo a mia mamma e a mia zia “ ma perche’preparate la cena per i morti ? E perche’ niente coltelli !? “--- loro mi dissero--- “ le anime dei nostri parenti vengono perche’ si sentono a casa ; niente coltelli perche’ potrebbe diventare un ‘arma molto pericolosa “. Questa tradizione continua ancora adesso!!
I rituali della commemorazione dei santi e dei morti sono ancora molto presenti in tutta la Sardegna. Parliamo di commemorazioni testimoniate già nelle culture preistoriche, e che poi sono andate sviluppandosi in quelle successive, apportando modifiche e diversificazioni. Cambia il nome, cambia il paese ma la sostanza, pur mutando in alcuni particolari, rimane la stessa. Abbiamo a che fare infatti con un evento che viene festeggiato tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre.In vari paesi della Sardegna i bambini vestiti di bianco, rappresen.tando delle piccole anime, bussano alle porte del paese esclamando : “seus benius po is animeddas – mi das fait po praxeri is animeddas – seu su mortu mort – carki cosa po sas ànima - peti cocone”; e altre ancora a seconda del paese e del dialetto o lingua utilizzata. (NOTA MIA: SIGNIFICA "SCUSA SE VENIAMO PER LE PICCOLE ANIME - PER PIACERE DARE QUALCOSA PER LE PICCOLE ANIME - DATECI SU MORTI MORTI - QUALCOSA PER LE ANIME -CARNE PANE "; )
Si aspettano ancora le piccole anime con tavoli imbanditi di frutta secca , melagrane, castagne, dolci e pani speciali preparati per l’occasione. Pabassinas, ossus de mortu, pani de sapa, pane’ e anima, su pane lemùsina, ques’ultimo viene donato ai vicini, scambiato come un rito.
Ed è proprio la notte del primo novembre, quando nelle case cala il buio, che le anime silenziosamente tornano sulla terra per visitare i propri cari. I familiari lasciano apparecchiata la tavola per un pasto notturno ai loro defunti, evitando di mettere le posate sul tavolo, che possono essere sconosciute, a seconda del tempo in cui le anime avevano vissuto sulla terra. Non si mette neanche il coltello, che può essere un pericolo, poiché le anime innervosite potrebbero farne cattivo uso. Il banchetto, con al centro un lumicino per illuminare la cena preparata, consiste in un pasto completo dall' antipasto al dolce, accompagnato con un bicchiere di vino e una bottiglia di acqua, perché i morti tornano a casa con una gran sete. Le donne sarde si riuniscono per giorni, prima dell’evento, per preparere i vari dolci tradizionali, che riportano al sapore di un tempo che, al presente , sembra soltanto il gusto della nostalgia per chi non c ' è più. Secondo la tradizionale cultura di molte zone italiane,la notte del Giorno dei Morti le anime defunti ritornerebbero dall'aldilà svolgendo delle vere e proprie processioni per le vie dei borghi e delle città.
in VENETO, per scongiurare la tristezza, gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto contenente fave in pasta frolla colorata,chiamate "Ossi da Morti".
A ROMA il giorno dei morti, si consumava il pasto accantoalla tomba di un parente morto per tenergli compagnia. Altra tradizione capitolina era una cerimonia di suffragio per i defunti che avevano trovato la morte nel Tevere.
La cerimonia aveva luogo la sera sulle sponde del fiume al lume delle torce.
La cerimonia aveva luogo la sera sulle sponde del fiume al lume delle torce.
in SICILIA nel corso della notte di Ognissanti esiste la credenza che i morti della famiglia regalino ai bambini dolci carattestici insieme alla frutta di Martorana.
E ditemi voi nella vostra tradizione se volete ……CIAOO ALLA PROSSIMA MAYA